Quello dei
Masai potrebbe passare alla storia come uno dei
soprusi peggiori che l’uomo possa concepire, per di più perpetrato a
danno di una delle
tribù africane più antiche e leggendarie del mondo. I
48.000 componenti di questa etnia, nota anche come Maasai, che da millenni vivono in un uno degli angoli più sperduti della
Tanzania, infatti, rischiano di essere
cacciati dalle loro terre per far posto ad una
riserva di caccia sportiva per un target esclusivo di clienti danarosi.

L’idea è di una multinazionale con sede a Dubai che ha già messo gli
occhi su un corridoio di 1500 chilometri quadrati che permette l’accesso
alle
terre del pascolo utilizzate dai Masai nella stagione ‘secca’ per il tradizionale allevamento ‘nomade’ del bestiame:
cacciare la tribù per poter
cacciare
liberamente leoni e ghepardi, con sommo gaudio dei ricchi (e annoiati)
sceicchi e principi del Medio Oriente che trovano nella caccia sportiva
uno dei loro passatempi preferiti.
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