Dedicato alla memoria di Maurizio Di Paola, grande uomo, grande lavoratore e amorevole padre di famiglia.

MUSICALMENTE ESPLORANDO IN COLLABORAZIONE CON L'ACCADEMIA "LA CASA DEL BATTERISTA" - SEDE DI PALERMO

La rubrica "Musicalmente esplorando" nasce in collaborazione con l'Accademia "La casa del Batterista - Sezione di Palermo". 

Parleremo di curiosità, nozioni e aneddoti relativi a musicisti, storia della musica e non solo. 

 Beethoven



Beethoven: la musica gli veniva dal cuore?
Secondo l'ipotesi di alcuni ricercatori, molte delle composizioni del musicista rifletterebbero le aritmie cardiache sofferte.

Le composizioni più famose del musicista sarebbero state influenzate dall'andamento del suo cuore.
È l’ipotesi di tre ricercatori, un musicologo, un cardiologo e uno storico della medicina della University of Michigan e della University of  Washington.

DISTURBI MISTERIOSI.  Si è sempre speculato sulle numerose malattie sofferte dal musicista fin da giovane, dall'asma alla sindrome del colon irritabile, dalle malattie renali alla cirrosi epatica. Gli storici si sono interrogati su come i disturbi fisici ne avessero influenzato l’arte. Uno degli esempi più noti è la sordità. Ma è stata avanzata anche la teoria che certi motivi ritmici della sua musica siano stati una trasposizione di irregolarità del ritmo cardiaco, in associazione con gli altri suoi disturbi.

L’esempio citato da alcuni studiosi è l’Opus 81a, la sonata per pianoforte n. 26, che contiene nel movimento di apertura delle pause importanti e un ritmo galoppante e sincopato, che ricordano le extrasistole, quando il cuore ha un battito "in anticipo", spesso seguito da una pausa.
COL FIATO SOSPESO. Nel nuovo studio, apparso sulla rivista Perspectives in Biology and Medicine, gli autori rintracciano possibili segni di influenza di aritmie cardiache in altre composizioni.
Innanzitutto, il Quartetto per archi n. 13 in Si bemolle maggiore, Opus 130.
Il quinto movimento, la Cavatina, presenta a metà della partitura un cambiamento di ritmo. Beethoven ha annotato questa sezione con la parola tedesca “beklemmt”, che significa “con il cuore pesante”. L’annotazione potrebbe riferirsi all’emozione suscitata dalla musica, ma secondo gli autori il ritmo è evocativo proprio di una sensazione fisica, la mancanza di respiro dovuta alla malattia ischemica.

IL CUORE NELLE ORECCHIE. Anche in altre composizioni, i cambiamenti improvvisi di passo e di chiave coinciderebbero con specifici disturbi del ritmo cardiaco, per esempio il terzo movimento dell’Opus 110, con una melodia che ricorda la mancanza di fiato legata a un’aritmia tachicardica.
«Quando il cuore batte irregolarmente per una malattia, lo fa secondo schemi prevedibili. Ci sembra di sentire alcuni di questi stessi schemi nella musica di Beethoven» ha detto Joel Howell, medico, uno degli autori dello studio.
Sempre secondo gli autori, il graduale amplificarsi del senso dell'udito potrebbe aver lasciato il compositore ancora più cosciente del ritmo interno del suo cuore, da cui si sarebbe lasciato guidare.

Come si narra sia accaduto a Gustav Mahler, un altro grande musicista la cui grave malattia cardiaca trasparirebbe nelle composizioni.


http://www.focus.it/scienza/salute/beethoven-la-musica-gli-veniva-dal-cuore

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