Giungere al capolinea dell'anima dolente
Per accorgerti di aver sbagliato strada
Con la nebbia che non si dirada
Finisci con l'impazzire
E dal freddo avvizzire
Forse c'è un bagliore
Oppure è solo il mio dolore
Immaginavo questa pena
Solamente per la vita terrena
Ora che sono in solitudine
E trapasso con inquitudine
Non sono neppure libero
E negli occhi il riverbero
Accende la speranza
Non temere, non è oltracotanza
Ora che mi rapisci
Le mie ferite non guarisci
Il tuo dardo il mio cuore trafiggerà
Ed esulterà con prosaicità
Inerme cammino infine
E se non riconoscerò il confine
Dall'ultimo steccato
Il mio cuore sarà mortificato
Ancora un'altra esistenza
Per implorare con impotenza
Che non sia grigia, ma chiara
Perché l'anima non sarà ignara
Luigi Pio Carmina
La mia silloge "Iperbole di vita" è stata inserita nella silloge scritta a più mani:
"I Grilli del Parnaso". Poetikanten Edizioni, 2016.
La silloge è composta inoltre dalle raccolte di Lorenzo Spurio, Emanuele Marcuccio e Iuri Lombardi.
Prefazione di Miriana Di Paola
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